Antichi
mestieri, oggetti d’altri tempi, dialetto lombardo, tornano nelle strade
di Barni da protagonisti in linea con l’obiettivo della Regione Lombardia di
riscoperta e tutela della lingua, delle tradizioni locali, della promozione del
territorio e della sua conoscenza.
Barni,
caratteristico borgo del Triangolo Lariano con la sua chiesetta romanica di San
Pietro e Paolo, gioiello architettonico che si è aggiudicata il primo posto nel
censimento 2016 de "I luoghi del Cuore" del FAI per la provincia di
Como, ha saputo mantenere nella sua storia quella dimensione fuori dal tempo
che racconta l'Italia più autentica. Tra paesaggi naturali, arti e mestieri,
aie e corti, vicoli e percorsi che riconducono al fascino genuino del "come
una volta".
"Un paese in posa”,
il progetto fotografico realizzato da Giulia Caminada per sottolineare il sentimento
di appartenenza e di identità della comunità di Barni, a distanza di tre anni è
più vivo e attraente che mai.
Grazie
a CulturaBarni, alla Regione Lombardia per l’anno della Cultura 2017/2018, al
Comune di Barni, alla Comunità Montana del Triangolo Lariano, alla Fondazione
Provinciale Comasca Onlus, alla Pro Loco e al
Gruppo Alpini di Barni, ai partner Associazione Volo Sopra la Vallassina, alla
Rete Italiana di Cultura Popolare, a Twletteratura dal
30 settembre “Un paese in Posa” diventa una Galleria Fotografica negli scorci
più significativi del borgo antico di Barni per raccontare a cielo aperto la
comunità e la sua storia, i suoi oggetti di un tempo, senza fare code, 24 ore
su 24.
Una retrospettiva che dà modo ai visitatori di entrare nelle radici di una comunità eletta a simbolo dell'Italia più genuina in uno scenario ambientale naturale e rilassante. Antichi mestieri, oggetti d’altri tempi, dialetto lombardo, tornano nelle strade di Barni da protagonisti in linea con l’obiettivo della Regione Lombardia di riscoperta e tutela della lingua, delle tradizioni locali, della promozione del territorio e della sua conoscenza.
Per questo Barni il 30 settembre e il primo ottobre è in
festa. Per rivivere l'atmosfera di un tempo nelle 13 corti aperte per
l’occasione lungo il percorso fotografico tutto il paese è addobbato a festa.
Con l’aiuto di mediatori locali dialettali si possono apprendere usi e costumi
di un tempo grazie ai mediatori linguistici dialettali che accompagnano i
visitatori lungo il percorso fotografico e nella conoscenza della realtà locale
e della sua lingua (durata 45 minuti). Nelle 13 corti aperte per l’occasione si
vivono scene di vita contadina grazie alla presenza di 60 figuranti del Gruppo
Folcloristico della Val Cavargna che, ospiti speciali i Vallassina, preparano
anche degustazioni di piatti tipici che riportano ai sapori della tradizione
lombarda. Dagli gnocchi fatti a mano al voltadel e alla matuscia, due piatti
tipici della Val Cavargna, dalle castagne bollite alla rasumada (uovo sbattuto
con vino), dal caffè del pugnatin (ricetta dei nostri vecchi) al formaggio
zancherlin, fino alla medrical, caramella di zucchero alla genziana che si
vanno ad aggiungere alle specialità locali preparate dagli Esercenti e
Associazioni locali. Il programma del fine settimana è molto intenso. Grande
spazio viene dato al canto popolare capace di aggregare le persone e mantenere
viva la tradizione con diversi momenti musicali e due concerti gratuiti. Si
inizia sabato 30 settembre alle ore 14 alla Scuola dell’Infanzia di Barni con
il convegno “Canto popolare. Esperienze a confronto” a cui partecipa la Corale
Bilacus di Bellagio, il Coro Gruppo Alpini di Canzo, il Coro Cumpagnìa di Nost
di Canzo e i Sulutumana e Antonello Marieni. La giornata entra nel vivo alle
ore 16 nella piazza della Chiesa con l’inaugurazione del Percorso fotografico
Un paese in posa alla presenza delle Autorità Locali, di Giulia Caminada,
ideatrice del progetto, e di Cristina Cappellini, Assessore alle Culture,
Identità e Autonomie della Regione Lombardia. Anchei visitatori possono esprimere
la loro gioia cantando alcune canzoni popolari durate diversi momenti musicali
come le improvvisazioni di canto popolare sabato alle 16,15 in Piazza Pio XI e
il concerto di Livio Gaio Van de Sfroos Tribute Band alla sera alle 20.30.
Domenica si prosegue con uno stage di canto popolare polifonico con
l’Associazione Voci di Mezzo a partire dalle 14 e alle 16, con il concerto dei
Sulutumana.
La scoperta delle tradizioni e della galleria fotografica prosegue per tutta domenica 1 ottobre dalle 9 alle 18
quando è previsto un Mercatino a KM 0 dove comperare prodotti enogastronomici e
artigianali o visitare uno dei gioielli di Barni: la graziosa chiesetta
romanica di San Pietro e Paolo, luogo di culto che domina il borgo antico e
prima classificata nella provincia di Como tra "I luoghi del cuore" del
FAI. Per poter iniziare gli interventi di
rifacimento programmati gli abitanti e i villeggianti hanno un intenso
programma di iniziative atte a raccogliere i fondi necessari tra cui una
lotteria con ricchi premi.
“Un paese in posa” è l’occasione per
scoprire il centro storico di Barni anche dopo il fine settimana di festa. Esso
riserva ai visitatori attenti alle vestigia del passato molti scorci
discretamente conservati, tipici dell’architettura spontanea contadina come
lobbie, portali con pregevoli contorni in pietra, cortili, edicole sacre,
vicoli con sottopassi a volta che hanno conservato il loro aspetto tortuoso
originario. E godere del clima familiare, di ospitalità, di accoglienza, di
amicizia e di condivisione, di cordialità tipica contadina pervade Barni e
tutto il territorio circostante. “Un paese in posa” è un esempio sotto gli
occhi di tutti di valorizzazione dell’identità culturale del Triangolo Lariano
e del paesaggio come patrimonio naturale, sociale, monumentale, artistico. Con
questo progetto il dialetto torna nelle vie, riemergono le radici di una storia
secolare ricca di gusto e tradizioni, come elemento di rilancio culturale e
turistico del territorio del Triangolo Lariano. L'appuntamento è di quelli da non perdere:
Barni riserva mille e una sorpresa...
→
Marco Fioroni
Presidente
di CulturaBarni e Direttivo
È con orgogliosa soddisfazione che CulturaBarni presenta
questa iniziativa frutto della collaborazione con Giulia Caminada, con la
Regione Lombardia, la popolazione della comunità di Barni e le Associazioni. Un
museo foto–etnografico, all’aperto, senza biglietti, senza file, aperto 24 ore
su 24, dove la fruizione delle immagini e dei contenuti, è arricchita dal
contesto del centro storico, espressione dell’architettura spontanea contadina
medioevale. La costante compresenza della lingua locale accompagna il
visitatore nella pace e nella quiete dei nostri vicoli. Qui è possibile
scoprire, o anche solo ricordare, oggetti della vita quotidiana di un tempo e,
spesso, evocativi di piacevoli reminiscenze legate all'uso
che da bambini ne avevamo visto fare dai nostri nonni. L'evento spazia dal
canto popolare alla riproposizione da parte del Gruppo Folcloristico Val
Cavargna di scene di vita contadina nelle corti e nelle vie del centro storico.
L'iniziativa si è aggiudicata il patrocinio e il coinvolgimento degli enti
pubblici, partner e sostenitori ai quali va il nostro ringraziamento. Insomma
un appuntamento da non mancare. Barni e la sua gente Vi aspettano numerosi!
→ Cristina Cappellini
Assessore alle Culture, Identità e Autonomie
Patrimonio identitario e prezioso veicolo comunicativo,
la lingua lombarda, in tutte le sue declinazioni e varietà, è una risorsa da
tutelare e salvaguardare.
Con l’approvazione delle linee strategiche per la cultura
messe a punto dalla nuova legge regionale “Politiche regionali in materia
culturale – Riordino normativo”, Regione Lombardia ha introdotto tra le
priorità in campo culturale proprio la salvaguardia e valorizzazione della
lingua lombarda, componente essenziale dell’identità sociale e storica del
nostro territorio, che si esprime nella grande varietà delle singole voci
locali. Queste sono, per la loro originalità e peculiarità, tratti distintivi
delle comunità lombarde ed è importante che, anche attraverso azioni
sperimentali, ne siano favorite la conoscenza, lo studio, la valorizzazione e
ne sia garantita la trasmissione alle future generazioni.
Per queste motivazioni e per la qualità del progetto,
Regione Lombardia sostiene ”Barni. Un paese (lombardo) in posa. Ritratto
linguistico di una comunità” e la performance di lingua locale “Il dialetto
torna per le vie”, in programma nei giorni 30 settembre e 1° ottobre 2017, un
percorso linguistico-culturale ideato e realizzato dall’Associazione culturale
CulturaBarni, che vede collocate in vari punti e lungo le strade di Barni le fotografie
scaturite da una recente sperimentazione fotografica intitolata “Un paese in
posa”, in cui sono ritratti ben 700 abitanti del luogo.
Il percorso dei ritratti segue, contemporaneamente, un
circuito toponomastico, linguistico, ergologico e gastronomico per far rivivere
il vecchio nucleo del paese; ogni corte inoltre propone un antico mestiere con
facilitatori linguistici dialettali e mediatori culturali esperti.
Sarà quindi una vera e propria festa all’insegna della
riscoperta del dialetto e delle nostre radici culturali, con spettacoli di
musica popolare per le vie del paese e nei principali luoghi pubblici, locali,
ristoranti ed angoli all’aperto di particolare bellezza. Ma non solo le tante
attività performative animeranno il paese in questa particolare occasione,
accanto a queste anche momenti di approfondimento come il convegno dedicato al
canto popolare in collaborazione con la Rete Italiana di Cultura Popolare. Un
programma molto ricco e di alto pregio a cui destino tutto il mio plauso e il
mio augurio di grande successo. “Il dialetto torna per le vie” è una vera e
propria testimonianza volta a tutelare un tassello fondamentale dell’identità
di tutta la Vallassina e della
Lombardia, un’iniziativa in grado di raccontarne la storia e le tradizioni,
obiettivo mai sopito e oggi più che mai doverosamente istituzionale.
→Patrizia Mazza
Presidente Comunità Montana Triangolo
Lariano
Ci
sono molti modi per raccontare la storia di un Paese: quello degli archivi,
delle commemorazioni, dei racconti tramandati di generazione in generazione e
così di seguito. La via scelta da Un paese in posa. Gh’eva una volta a Barni è
certo più affascinante, di sicuro più originale, forse unica. Rivedersi e
rievocare il trascorrere del tempo, attraverso le immagini dell’esposizione
fotografica a cielo aperto realizzata da CulturaBarni, con gli
scatti di Giulia Caminada lungo le vie del paese, è qualcosa che coinvolge
ciascuno di noi. Persone ed oggetti prendono vita e ci fanno riscoprire le
nostre origini legate ad un territorio che è un’eccellenza riconosciuta ed
ammirata in tutto il mondo. Il progetto realizzato a Barni, che ha unito le
sinergie di molti, rappresenta un patrimonio culturale e sociale collettivo,
che merita di essere condiviso e che rende orgoglioso l’intero Triangolo
Lariano.
Sindaco
di Barni
Un
tempo vi erano solo le cartoline a rappresentare i luoghi, di soggiorno piuttosto
che di dimora; poi vennero le pubblicazioni e, in tempi recenti, il web.
Indistintamente ognuno di questi mezzi di comunicazione ha avuto quasi
esclusivamente quale oggetto e messaggio da veicolare un luogo o un paesaggio
quale rappresentazione di fascino o di una emozione. Il Colosseo significa
Roma, Piazza San Marco Venezia, Ponte Vecchio Firenze. Testimonianze si
destinate a durare all’infinito e quindi da assurgere quale assoluto manifesto
per la rappresentazione ideale e identitaria di una società, prettamente
urbana, ma nelle quali l’oggettività ha il sopravvento sulla soggettività, su
coloro cioè che nel tempo ed a vario titolo hanno “costruito” quel manifesto.
L’idea
di voler rappresentare una comunità con i suoi protagonisti e non già o non
solo con i luoghi di dimora racchiude da sola in sé la vera differenza con la
società così come intesa nei nostri Paesi, sinonimo cioè di realtà depositaria
di valori, di tradizioni del passato da trasmettere in un prossimo futuro;
valori condivisi tra persone che sentono di essere legate assieme da una comune
esperienza. Fermamente convinto che la perdita delle comunità abbia prodotto un
declino negli standard morali, una maggior instabilità sociale ed una eccessiva
individualità, auspico che il processo di deurbanizzazione in corso possa
riportare le persone ad un legame comune fatto di esperienza, identità e
valori. Una comunità espressione di volti soprattutto.
→ Giulia Caminada
Ideatrice del progetto “Un Paese in posa”
Il
progetto fotografico “Un paese in posa. Ritratto fotografico di una comunità” è
stato un susseguirsi di azioni comunitarie che ora trova, nella galleria
fotografica a cielo aperto lungo le vie del vecchio nucleo di Barni, un altro
dei suoi momenti significativi. Tornano per strada 40 oggetti perduti, in uso a
Barni anche solo fino a una quarantina di anni fa e gettano un ultimo sguardo
su una socialità genuina ma in via di una inarrestabile, forse giusta,
trasformazione. Non il paese, non il tessuto urbano, non le vie e i monumenti a
fare da sfondo alla ricerca, ma singoli sguardi, pose solitarie o di piccoli
gruppi posti su fondo neutro, estrapolati dalle difese offerte da sempre dalle
proprie mura. E gli oggetti. A testimoniare che le cose hanno un'anima, sono
pegno della reciprocità e del ricordo. Ad essi è legata la memoria storica
della gente, soprattutto di quelle generazioni che hanno vissuto da
protagonisti il passaggio dalla civiltà della parsimonia a quella del
consumismo, che proprio in questi anni è attraversata da una profonda
crisi. L'avvento dell’era industriale ha quasi cancellato la cultura
contadina, della quale si conservano ancora deboli ma significative tracce
sparse qua a là. Oggetti conservati negli scantinati, in qualche ripostiglio,
nelle antiche corti, sono ancora presenti a Barni e hanno conservato l’antica
destinazione d’uso ma non sappiamo più quale fosse la loro primitiva funzione,
soppiantati da attrezzature moderne. L'aver cercato di accoppiare persone e
cose è un ritratto della memoria e una lettera al futuro. Interagire con gli
abitanti del paese con la macchina fotografica mi ha permesso di trasformare un
rito in una fabbrica di valori, di usare uno strumento visivo per rinsaldare
concretamente i legami sociali. Non solo fra me e le persone fotografate, ma
anche fra le persone che hanno voluto essere parte del progetto. Il filo
conduttore è stato il sorriso. Non me l’aspettavo, ma in fondo lo speravo ed
ero curiosa di vedere quale sarebbe stato l’effetto al momento conclusivo della
mia antropologia della fotografia in cui le persone si sarebbero rispecchiate
nelle fotografie esposte lo scorso anno in mostra e pubblicate nell'omonimo
libro fotografico. Ora, con la galleria a cielo aperto, gli oggetti
e il loro suono dialettale tornano nelle vie e per questo sono grata al
paese, che con entusiasmo ha accolto la sua realizzazione, e
a CulturaBarni, che ha voluto realizzarla. Perché continui, si
concluda e ricominci il gioco identitario di una comunità.
Giulia Caminada, nata nel 1969 e residente a Barni,
ha conseguito la Laurea in Lettere all’Università degli Studi di Milano e,
oltre a dedicarsi all’insegnamento, svolge attività di ricerca linguistica e
antropologica applicata alle tradizioni del focolare prealpino. Giulia ha negli
ultimi tre anni approcciato la fotografia come strumento di ricerca,
documentazione, comunicazione e arte. E' nato così il catalogo “Un Paese in
Posa. Ritratto fotografico di una comunità”, edito da Silvana Editoriale, naturale
evoluzione dell’autoritratto linguistico della comunità barnese confluito una
decina di anni fa nel “Vocabolario del dialetto di Barni”. Nel 2014 è stata
nominata dalla Rete Italiana di Cultura Popolare ‘Cercatrice di traccia’,
figura che si distingue nella comunità per il suo lavoro di ricerca
etno-antropologica e per gli studi del territorio di riferimento.
→ Ettore Adalberto Albertoni
Presidente
emerito del Consiglio Regionale della Lombardia
Insegnante
e cultrice, nell’accezione più ampia del termine, delle tradizioni popolari, di
Como e del territorio, è nata e vive nel piccolo comune di Barni. Ha già dato
diverse e qualificate prove del suo amore per la sua terra e la sua gente
ricercando e scrivendo su molti argomenti locali. Molto orgogliosa delle sue
origini, Giulia Caminada definisce senza enfasi o retorica d’occasione «un
paese sostanzialmente immutato. Una comunità di pochi cognomi e tanti
soprannomi, chiusa in sè stessa, ma non ostile. Una comunità solidale in cui la
lingua, quella antica, che taluni si ostinano a chiamare ‘dialetto’, le
tradizioni, il gusto dell’artigianato e il senso della (poca) terra sono
rimasti quasi incredibilmente saldi in un mondo in vorticosa globalizzazione».
Questo è senz’altro un modo stringato ed essenziale per presentare Barni nella
sua consapevole identità, sapendo collegare la storia, il costume, i valori e,
soprattutto, la dignità di un paese «costruito a misura d’uomo».
Ora
la conclusione della ricerca e della sua realizzazione visiva e fotografica sta
nella coralità e partecipazione vasta e condivisa da parte degli abitanti di
Barni. Il visitatore che segue il percorso fotografico incontra l’identità di
un intero paese attraverso le immagini collocate lungo le vie. La galleria
fotografica "Un Paese in posa" contribuisce in modo concreto e
positivo a riscoprire il valore dell’individuo e dei suoi oggetti nella
comunità.
→ Fondazione Provinciale della Comunità Comasca Onlus
"Alcuni
tipi assai importanti di tradizione sono propri di un luogo, e non possono
essere facilmente trapiantati. Si tratta di beni preziosi, ed è assai difficile
ristabilirli una volta che siano andati perduti" (Karl Popper).
La
Fondazione Provinciale della Comunità Comasca Onlus si impegna a tutelare e
valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale della nostra provincia
e vi aspetta a Barni per scoprire la sua storia con Un paese in posa.
→ Lorenza Bravetta
Direttrice di Magnum
Parigi
Era
il 1953 quando il fotografo statunitense Paul Stand si diresse a Luzzara per
ritrarre quella comunità che Cesare Zavattini, natio di quel piccolo luogo della Bassa
reggiana, gli aveva suggerito come scenario ideale per documentare in presa
diretta l'Italia più vera e genuina. La collaborazione tra i due diede alle
stampe Un Paese, primo esperimento di libro fotografico che, al di là del
significativo intreccio di arti e culture diverse, rappresentò in quel tempo
uno spaccato storico e sociale dell'Italia del dopoguerra. Stand lavorò al
progetto adottando il metodo etnografico, forte di una profonda interazione fra
il "regista" e i soggetti, attivi e partecipativi. Quel rapporto
stretto fra luogo, comunità e cultura, che sottolinea un grande desiderio di
appartenenza e di identità, è alla base dell'appassionata ricerca che Giulia
Caminada ha affrontato nella comunità di Barni, suo paese natale in provincia
di Como. Il suo lavoro, "Un paese in posa", insieme atlante, mosaico
e archivio di una realtà locale che nel corso del tempo non ha mai scordato le
proprie radici, è invito alla partecipazione e affermazione di un’identità
comune che scavalca ogni logica individualista. Ognuna delle 700 persone
ritratte nelle oltre 400 immagini scattate da Giulia ha voluto fortemente
prendere parte a un ritratto collettivo, accogliendo l’invito a compiere il "gioco
performativo" necessario alla sua realizzazione. La prima consisteva nel
percorrere il tragitto che conduce al teatro di posa delle riprese
fotografiche: lo spostamento fisico verso il luogo prestabilito, un vicolo
adiacente la parrocchia del paese, è il primo gesto di affermazione della
propria volontà di partecipazione che rimandava a una sorta di processione e
che anticipa un rituale. La seconda azione si compiva nel momento della messa
in posa, quando ciascun soggetto si prestava alla rappresentazione di sé come
individuo e come parte di un gruppo, o meglio si affermava in
un’auto-identificazione e auto-rappresentazione che aggiungeva un tassello
unico e specifico all’interno del grande mosaico ritratto della comunità. A
rafforzare questo concetto, il fatto che molti abitanti del luogo abbiano
scelto di farsi fotografare con un oggetto simbolico, caro o tradizionale,
portatore di memoria o simbolo di una generazione. Come ad esempio Giovanni
che, proprio come in uno dei ritratti di Stand scattato a un contadino di
Luzzara, regge in mano un attrezzo agricolo, in questo caso simbolo di
un’attività scomparsa ma di una "sapienza" che è sempre viva nella
memoria collettiva della comunità. Il grande album di famiglia composto da
Giulia Caminada è un serbatoio di vita vissuta, risultato di un accattivante
progetto che risalta con grande autenticità le radici di un territorio e
insieme la passione dei suoi abitanti. Barni è un paese ben impresso nella
memoria e nel cuore di chi ci vive. E di chi lo vive...
Sabato 30
Settembre
→ Ore
14.00, CulturaBarni organizza il convegno Canto popolare: esperienze a confronto, nell’Aula Magna della Scuola
dell’Infanzia di Barni. Il convegno è un viaggio lungo le tradizioni e la
saggezza popolare declinata tra le note di una musica dal sapore antico, capace
di essere guida per le generazioni future e fonte inesauribile di conoscenza.
Un momento di riflessione sul tema della musica popolare nel Triangolo Lariano.
Antonio
Damasco, direttore della Rete Italiana di Cultura Popolare, approfondisce il
tema del complesso mondo della musica popolare dal punto di vista della Rete.
Segue un momento di confronto sull'
importanza della storia musicale di ciascun gruppo da parte di Isidoro
Taccagni, maestro della Corale Bilacus di Bellagio, del maestro del Coro del
Gruppo Alpini di Canzo, di Antonio Corti presidente della Cumpagnìa di Nost di
Canzo, di Gian Battista Galli del gruppo musicale Sulutumana, di Antonello
Marieni. Al Convegno partecipano i rappresentanti delle Istituzioni locali e
Cristina Cappellini, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione
Lombardia. Il convegno è ad entrata libera.
→ Ore
16.00 – 22.00 Inaugurazione
del percorso Barni Un paese in posa. Esposizione fotografica nelle vie di Barni e racconti di
vita contadina con il Gruppo Folcloristico della Val Cavargna nelle corti
e nelle strade di Barni.
→ Ore
16.15, in Piazza Pio XI Improvvisazione
di canto popolare con
i bambini della Scuola dell’Infanzia di Barni e le loro insegnanti, i
Sulutumana, il Coro di Barni, il Gruppo Folclorico della Val Cavargna e...
tutti coloro che vogliono cantare.
→ Ore
17.00, Visita
guidata al percorso fotografico
con un mediatore linguistico dialettale. Partenza da Piazza Pio XI. Durata 45
minuti.
→ Ore 20.30, in Piazza Pio XI, Livio Gaio Van De Sfroos Tribute Band. Concerto gratuito
Livio
Gaio Van De Sfroos Tribute Band è seguace e amico dell'"originale" sin
dagli inizi. Livio è l'interprete perfetto delle canzoni di Davide Bernasconi
ed è un bravo cantautore. Suona con i musicisti che hanno collaborato con il
cantante laghéé per far conoscere la musica folk made in Como. A Barni, Livio,
voce, chitarra e armonica, sarà accompagnato da Maurizio "Gnola" Glielmo
alla chitarra elettrica, Nicola Gallo alla fisarmonica e Roberto Merlo alle
percussioni.
→ Ore
9.00 -18.00, Visita
libera a “Barni. Un paese in posa." con il Gruppo Folcloristico della Val
Cavargna nelle corti e nelle strade di Barni. Mercatino Km0 con cibo di strada
locale lungo le vie C. Colombo e A. Volta.
→ Ore
11.00 - 14.00 - 17.00, Visita
guidata al
percorso fotografico con un mediatore linguistico dialettale. Partenza dalla
Piazza Pio XI Un Paese in posa. Durata 45 minuti.
→ Ore 14.00 - 16.00, in piazzetta via C. Colombo Laboratorio gratuito di canto popolare a cura dell’Associazione Voci di Mezzo (su
prenotazione, massimo 20 iscritti). I partecipanti apriranno il concerto dei
Sulutumana.
→ Ore
16.00, in Piazza Pio XI Concerto gratuito dei Sulutumana (dal lombardo
sul’utumàna, “sul divano”). Il progetto musicale dei Sulutumana nasce nel 1998
quando Gian Battista Galli e Michele Bosisio, fondatori del gruppo, incontrano
Francesco Andreotti e Nadir Giori. Nascono così le prime canzoni originali a
firma Sulutumana.
Quella
che fino ad allora era stata una cover band diventa una proposta nuova nel panorama
musicale italiano.
Nel
2000 realizzano il primo demo-cd, grazie al quale vincono il “Premio Tenco –
Targa Imaie” come miglior gruppo inedito. Per l’occasione si esibiranno sul
palcoscenico del Teatro Ariston di San Remo.
Sono
all’inizio di un cammino entusiasmante e di una carriera ricca di
soddisfazioni. Oggi il nucleo della band è costituito da Gian Battista Galli
(voce, fisarmonica), Francesco Andreotti (pianoforte, tastiere, fisarmonica)
Nadir Giori (contrabbasso, basso elettrico), Angelo Galli “Pich”, (cori,
aggeggi, flauti), Beppe Pini (chitarre), Marco Castiglioni (batteria,
percussioni).
Ad
oggi la band ha composto circa 180 canzoni, raccolte in 5 album, 4 cd per
bambini, un audiolibro.
La
musica dei Sulutumana è un intreccio di strumenti e di generi sapientemente
miscelati in un misto di folk, pop e musica d’autore di eccellente qualità.
Energici e raffinati, colti e popolari, intensi e leggeri allo stesso tempo,
questo sono i Sulutumana, e per questo il loro concerto è un distillato di
emozioni, sorpresa e divertimento allo stato puro. Dal 2001 fino ad oggi hanno
collezionato più di 800 esibizioni dal vivo in Italia, Svizzera e Germania. www.sulutumana.net
ALTRE INFORMAZIONI
La
graziosa chiesetta
romanica di San Pietro e Paolo, a
5 minuti a piedi dal borgo, è aperta domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle
14.00 alle 18.00. Durante l'evento è possibile fare delle visite guidate a cura
di alcuni alunni delle Scuole Medie "G. Segantini" di Asso.
La Giostra Creativa mette a
disposizione di grandi e piccini una tela di 25 metri da dipingere liberamente
con mille colori.
Presidente del Gruppo
Folcloristico della Val Cavargna
Il
Gruppo Folcloristico Val Cavargna, Gruppo Costumi e Tradizioni della Val
Cavargna, si è costituito nel 1997, raggruppando attorno a sé partecipanti
provenienti da tutti e quattro i paesi della valle. L’intento era proprio
quello di rappresentare la valle nel suo insieme di storia, tradizioni, usi e
costumi, lingua locale. Alle spalle gli studi condotti dall’associazione Amici
di Cavargna, con la creazione dell’interessantissima raccolta del Museo della
Valle. Fin da subito, la popolazione della valle accolse la neo costituita
associazione con entusiasmo perché, finalmente, la memoria collettiva si
traduceva in gesti concreti, in attività che altrimenti, si stavano perdendo
nelle pieghe del tempo. Questo fermento si tradusse ben presto nella
riproposizione di antichi mestieri, di piatti tipici, di canzoni mimate che
solo qualche decennio prima, rappresentavano la quotidianità della valle. A
distanza di 20 anni il gruppo si presenta ancora così: con mestieri antichi,
sapori genuini, canzoni dialettali che accompagnavano le giornate dei loro
nonni e bisnonni e che grazie al gruppo hanno ritrovato nuova vitalità. Costumi
e attrezzi sono originali, e se qualcosa si rompe o deve essere sostituito, il
tutto avviene con fedeltà al modello originale. Attualmente fanno parte del
gruppo 70 persone di cui 50 attive nella riproposizione di mestieri antichi. 60
di noi, il 30 settembre e l’1 ottobre, sono a Barni per l’inaugurazione
dell’Esposizione a cielo aperto Un paese in posa, collaborando con CulturaBarni
e con il paese alla riproposizione di scene di vita contadina che portano per
le vie gli antichi mestieri, il canto popolare e la lingua locale.
Per
rivivere l'atmosfera di un tempo nelle corti e lungo il percorso fotografico,
il Gruppo Folclorico della Val Cavargna prepara una degustazione di piatti
tipici che riportano ai sapori della tradizione. Dagli gnocchi fatti a mano al
voltadel e alla matuscia, due piatti tipici della Val Cavargna, dalle castagne
bollite alla rasumada (uovo sbattuto con vino), dal caffè del pugnatin (ricetta
dei nostri vecchi) al formaggio zancherlin, fino alla medrical, caramella di
zucchero alla genziana.
E' gradita un'offerta.
Ecco
le corti aperte:
Purteghett
de Giopass (mostra documentazione)
Curt
de Mabila (ciabattino)
Curt
del Barna (magnan)
Curt
de la maestra Verri (arrotino e ricami)
Curt
del Ceola (documentazione sull'emigrazione)
Curt
del Mancin (trapunta, lavorazione della lana)
Era
de Bert (castagne, café del pugnatin)
Vicul
di Fiuur (paisan, lavorazione latte, scalpellini)
In
del Bulgia (lavorazione del legno e contrabbando)
Giardin
di Ghisi e giazzera de Beniam (pastori)
Curt
di Marenda (massaie con voltadel e gnocchi, ricami)
Curt
di Maver (bosc e resgatt, massaie con matuscia)
Curt
di Curiun e del Secrista (lavandaie)
Durante il fine
settimana è possibile visitare la Mostra
fotografica “Come Eravamo 1850-1950”,
fotografie sull’emigrazione, gli usi e i costumi, gli avvenimenti, mezzi di
trasporto, la scuola, il servizio militare dedicate alla Val Cavargna.
A Barni, nel
mondo contadino, se “cumpesava” ovvero 'si mangiava con parsimonia'. Il ricordo
è di una cucina modesta, fatta di poche ed essenziali cose, adatte più a
riempire che a soddisfare. Un mangiare povero, che ha antiche radici nelle
realtà locali, fatto di magra polenta, di acido pane di granoturco (pangiallo),
di minestra di verdura o di riso. Una miseria data anche dai contratti che
regolavano i rapporti tra il contadino e il “padrone” i quali, in base a
un’antica tradizione e legislazione, rendevano legali certe forme di
sfruttamento e di oppressione nei confronti di chi lavorava la terra.
Durante
il fine settimana di festa gli esercenti e le Associazioni di Barni preparano
inoltre altre prelibatezze locali:
Ristorante San Pietro Crotto - mazzafam e cazzola
Pro Loco Barni - polenta uncia, polenta e zola, polenta e missoltini,
vin brulè e paradell.
Bar Sport - trippa.
Ghisal Pan - pane, pizze, focacce.
Il Bar
Sport domenica prepara la trippa, un piatto gustoso preparato ancora
oggi in occasione della Fiera di Barni, a fine ottobre. Si tratta di un piatto
adatto alle intense giornate di lavoro fisico, proprio come quello dei
contadini di una volta, oppure ideale quando la temperatura esterna incomincia
a scendere e si ha la necessità di preparare qualcosa che riscaldi. Come tutti
i piatti della tradizione il trucco per la buona riuscita sta nella pazienza
che si usa per la sua cottura: più cuoce e più la trippa e i fagioli
s'insaporiscono a vicenda. Assolutamente da assaggiare!
Il Ristorante
San Pietro, più conosciuto nella valle come Crotto prepara il mazafàm. Difficile trovarlo nei ristoranti
tradizionali, questo piatto serviva a recuperare la polenta avanzata il giorno
prima. Come si prepara? Mettete in una padella olio e cipolla tagliata fine e
fate appassire la cipolla. Aggiungete la polenta fredda e le patate lessate e
fredde tagliate a pezzi. Schiacciarle bene in modo da ottenere un impasto
sminuzzato e contemporaneamente rivoltarle nella pentola. Verso metà cottura si
aggiunge formagella a cubetti, latte, sale e pepe. Il composto finale deve
essere morbido e omogeneo. Un piatto unico, da non perdere. In molti lo
mangiano con una scodella di latte in cui intingere il cucchiaio con il
mazafàm.
La Pro
Loco di Barni prepara piatti a base di polenta. Un tempo veniva
preparata tutti i giorni e la si mangiava soprattutto a mezzogiorno, appena
tolta dal camino. Una volta ottenuta la giusta consistenza veniva rovesciata
sulla mütìna, un piatto piano ottenuto con liste di nocciolo intrecciato, o
sulla basla, un piatto generalmente di legno, talvolta con interposto un
sugamàn o un mantìn, ampio tovagliolo, che veniva rivoltato sopra per
mantenerla calda. Un rito antico che si rinnova e genera comunità e allegria.
Meglio
prenotare.
Per
chi desidera scegliere ristoranti e agriturismi locali segnaliamo:
Ristorante La Madonnina di Barni - loc. Crezzo
Az. Agricola Cascina Sant'Angelo
Az. Agricola CaManin - loc. Crezzo
Nella sola giornata
di domenica nel mercatino a km0 è possibile assaggiare il cibo da strada
e fare altri acquisti. In vendita formaggi dell'Azienda Agricola Binda Emanuela, centrifughe da Bakhita Streetfruit, patate da Azienda Agricola Radaelli, miele e conserve da Azienda Agricola
MoraSpina, miele, caramelle e infusi da Apicoltura GaGi, il biscotto Pan Mein
di Barni, conserve da Azienda Agrituristica Il Pollaio Didattico, articoli in legno della tradizione da El laurà del Belaset frutti e conserve dell'Azienda Agricola Cascina Spina, patate, legna e uova fresche da Azienda Agricola Luca Paredi, tradizionali sfere di vetro dipinte, prodotti della
Terra della Società agricola La Derta, e ancora caldarroste, farina di storo, noci,
artigianato in pelle, forbici e oggetti in legno...
NEANCHE A UN’ ORA DA
MILANO
Festa Patronale Santi
Pietro e Paolo in Giugno
El paes de scuprì - Giornata
pedonale. Dal 1992, visita ai cortili e agli allestimenti nel centro storico in
Agosto
El gir di cent fo - Dal
1972. Una delle più antiche marce non competitive nel mese di Agosto.
Caccia
al tesoro sulla base di testi dialettali nel mese di Agosto.
“Allegra…mente”,
attività per bambini tra cui il torneo di bocce “El vecc e’l bagai” in Agosto.
Festa
della montagna - grigliata e divertimento a Crezzo nel mese di Agosto.
Intrattenimenti
danzanti di vario genere con degustazione di specialità locali nei mesi estivi.
Palio
dei quatru cantun in Luglio e Agosto.
Tornei
sportivi (Calcio, pallavolo, bocce, giochi della tradizione).
Castagnata
a Ottobre.
Tradizionale
fiera di merci e bestiame all'ultimo lunedì di Ottobre.
Ricorrenza
del servo di Dio, Don Biagio Verri in Ottobre.
Mercatino
di Natale e lancio dei palloncini per i doni dei bambini l’8 Dicembre.
Arrivo
di Babbo Natale il 24 Dicembre.
Biblioteca
Annamaria e Nino Maestroni presso il Municipio secondo piano aperto il martedì
dalle 20,30 alle 21,30
e
sabato dalle 9,30 alle 10,30.
Ampio parco giochi aperto tutto l'anno.
Oltre
ai numerosi momenti di intrattenimento, tutta Barni si impegna nel mantenimento
e la riscoperta delle tradizioni locali, dello sviluppo culturale,
dell’inclusione di grandi e piccini nella comunità e della salvaguardia lingua
locale. Barni e i Barnesi amano un turismo consapevole che dà valore alle
piccole cose e che apprezza la genuinità e la spontaneità, la bellezza della
natura e la vita tranquilla di un borgo di montagna che mantiene intatte le sue
caratteristiche e si presta come meta per rilassarsi a pochi passi dai grandi
centri urbani limitrofi (Como, Lecco, Milano, Monza e Brianza, Bergamo, Varese).
Barni riesce sempre di più ad offrire ai suoi ospiti un soggiorno di
divertimento e di quiete, le sorgenti di S. Carlo e S. Luigi di acqua purissima, selve
di castagni e tante passeggiate nel verde verso le alture circostanti che
dominano il paese affacciandosi sul Lago di Como con scorci mozzafiato, il
tutto a meno di un’ora da Milano. Due testimonianze del passato sono certamente
degne di menzione. Barni conserva, ancora pressoché intatto nella sua
fisionomia, l’unico castello della Vallassina sopravvissuto alle vicissitudini
della storia. Oggi dimora privata, appartenne fra gli altri agli Sfondrati,
ultimi Baroni della Vallassina ed è collocato su un’altura a dirupo sul Lambro
a nord dell’abitato. Si possono ancora ammirare dall’esterno le mura che
conservano le feritoie degli spalti dalle quali operavano i difensori. Il Castello era del tipo “a ricetto” cioè destinato a ospitare la
popolazione e il bestiame in caso d’invasione e ai quali era riservata la cinta
muraria inferiore, mentre, in quella superiore si trovavano il castellano e la
guarnigione. Ben conservato il mastio e i resti di un’altra torre sul lato
ovest della cinta muraria attraverso le cui tre porte passava l’unica strada
che metteva in Vallassina e qui concepito come fortificazione di sbarramento in
seguito ampliata con palazzo baronale nel XIV secolo. Il cuore dei barnesi batte forte per la Chiesa
Romanica dei SS Pietro e Paolo, che
ha ottenuto 2.122 voti nel corso dell’ottava edizione de “I
Luoghi del Cuore” il censimento dei luoghi
italiani da non dimenticare promosso dal FAI - Fondo
Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo. La
data del XII secolo è quella riferita agli elementi certi, ma il nucleo
originario medioevale, il più antico, costituito dal campanile e dalla porzione
più orientale comprendente l’abside, quasi con altrettanta certezza, risale al
X secolo, così come emerge dagli studi di Edoardo Arslan nella sua “Storia di
Milano” edita nel 1954 da G. Treccani. A testimoniarlo l’abside ancora a forma
semicircolare (nelle chiese bisogna aspettare la fine del XII secolo per vedere
affermarsi l’abside a forma quadrata) e il fatto che il campanile sorge in
posizione staccata di ben nove metri, ruotata con un’angolazione autonoma
rispetto al corpo più antico della Chiesa, nella quale fu inglobato dai
successivi ampliamenti. Gli affreschi che decorano le pareti appartengono a
vari periodi e si trovano sovrapposti a quelli originari molto deteriorati, fra
i quali spicca una rarissima rappresentazione di S. Lucio. Nella sua visita
pastorale del 20 ottobre 1570 San Carlo Borromeo parlò delle pareti della
Chiesa interamente coperte di pitture, oggi purtroppo rovinate a causa della
loro antichità. Sembra giusto pensare che tali dipinti siano quindi molto
anteriori ai tempi di San Carlo e risalgano, quantomeno, al XIV-XV secolo.
Pregevole, anche se ormai depauperato dai furti nelle sue componenti migliori,
un altare ligneo dorato risalente al ‘700. Degne di nota inoltre le due campane
che, secondo le iscrizioni vennero fuse nel 1420 la minore e nel 1454 la
maggiore, due date che ne fanno le più antiche giunte sino a noi fra quante
sono note nell’intera provincia di Como. L’insieme di questo patrimonio
artistico richiede allora un radicale intervento di rifacimento.
PASSEGGIATE ED ESCURSIONI NEI DINTORNI DI BARNI PER TUTTE LE
STAGIONI
Per
chi ama passeggiare e scoprire angoli suggestivi Crezzo è sicuramente una tappa
piacevole, anche per lo stupendo panorama sul Lago di Como, ramo di Lecco. La
frazione di Barni è un minuscolo nucleo abitato circondato da ricchi pascoli e
rigogliosi boschi di castagno ed è resa ancora più affascinante da un
incantevole laghetto circondato da mucche che pascolano placidamente. Da Crezzo
è possibile raggiungere il Crott del Castel de Leves, altura a precipizio sopra
Onno che domina il ramo lecchese del Lago di Como e che conserva alcuni resti
dell'omonima fortezza. Il Castel di Leves, storicamente il quarto castello
dell'abitato di Barni, serviva come punto di avvistamento e segnalazione tra
l'alto lago, Lecco e la Vallassina nonché con tutte le altre torri e
fortificazioni sul lago (Gravedona, Musso, Rezzonico, Bellagio, Dervio, Vezio di
Varenna, Esino, Mandello, Abbadia).
Il
punto, fra i più panoramici e poco conosciuti del Triangolo Lariano, si
raggiunge abbastanza comodamente dal sentiero che sale da Barni a Crezzo,
svoltando a sinistra poco prima della Madonnina. La bellezza del luogo e la
suggestiva panoramicità fanno sì che molto chiamino questo punto panoramico “il
Paradiso”.
In prossimità
del sentiero che si snoda sulle pendici del Crott del Castel de Leves sorge il
memoriale per ricordare le vittime del volo Milano – Colonia precipitato nel
1987 quasi sulla verticale dell’abitato di Onno.
Sempre
da Crezzo sono facilmente raggiungibili le cime del Monte Colla e dell’Oriolo
da dove si può godere una splendida vista su di un ampio scorcio dei colli
brianzoli. Per raggiungere queste località ci si imbatte in due alberi
monumentali:
- El
Castanun de Buncava, un castagno secolare di enormi dimensioni situato nella
zona di Buncava sulla strada per la Madonnina;
- El
Fóó di Drizz, un enorme faggio, legittimo erede del secolare “Foo de Barni” che
fa parte dello stemma di Barni, quest’ultimo abbattuto nel 1926 a causa di una
tromba d’aria. Oltre agli alberi monumentali a Barni sono presenti massi
erratici di notevole rilievo:
- La
Cadrega del Diaul, comodamente raggiungibile in quanto situata sulla strada che
dall’abitato porta a Crezzo, molto affascinante per via della sua particolare
forma e per la suggestione data dalla leggenda e agli eventi veri o verosimili
dei quali è stata al centro nei secoli passati.
- El
sass de Prea Nuelera, un masso enorme situato sul sentiero che porta a Spessola
dalla Valle del Tarbiga, raggiungibile con più difficoltà rispetto ai più
famosi Sasso Lentina e Pietra Luna.
Risalendo
dalla parte ovest dell’abitato si raggiunge l’Alpe Spessola, un valico
collocato sul Sentiero n.1, la dorsale del Triangolo Lariano che collega
Bellagio con Brunate. Si raggiunge dall’abitato di Barni in un’ora circa,
tramite un sentiero, dal quale è possibile con piccole deviazioni, raggiungere
la valle del Tarbiga dove si possono ammirare alcuni affioramenti fossili di
conchiglie bivalvi e conglobazioni di madrepore. Percorrendo il Sentee de Munt
per l’Alpe Spessola, si raggiunge il dosso, dove, fino al 1926, troneggiava il
gigantesco faggio secolare “Foo de Barni” la cui sagoma si dice fosse visibile
a occhio nudo sin dagli ex bastioni di Porta Venezia in Milano.
Giunti all’Alpe Spessola, punto di notevole panoramicità,
si può scendere al Piano del Tivano oppure salire sino a raggiungere la vetta
del S. Primo, il maggior rilievo montuoso del Triangolo Lariano. Dall’Alpe
Spessola si può tornare in paese passando dal bivacco di Scengher con l’omonima
cappellina votiva tanto cara ai barnesi e godersi un bel panorama su tutto
l’abitato.
LETTERATURA LOCALE
→ Vocabolario del dialetto di Barni. Nell’ambito di una ricerca in
collaborazione con la cattedra di Sociolinguistica dell’Università Statale di
Milano - Bicocca, il paese ha saputo salvaguardare la propria lingua locale
raccogliendola in un Vocabolario corredato dalla dizione fonetica internazionale
secondo le metodologie della dialettologia della percezione.
→ Toponimi di Barni. Un’opera, completa di
cartografia, che raccoglie i Toponimi storici identificativi anche della più
piccola porzione del territorio.
→ Un paese in posa. Ritratto fotografico di una comunità. Un libro
fotografico che raccoglie seicento ritratti in bianco e nero di abitanti di
Barni che, con la loro posa, hanno voluto dar forma al sentimento di identità e
di appartenenza.
CONSIGLI
PER UN SOGGIORNO PERFETTO – Benvenuti a Barni
Az.
Agricola Binda Emanuela – produzioni formaggi
Az.
Agricola Camanin – Crezzo - https://www.camanin.net/
agriturismo e spaccio
formaggi di capra
Az.Agricola
Vadema di Boveri Laura – allevamento bovini
Az.
Agricola Pandiani Elsa - vendita verdure
Az.
Agricola Radaelli – vendita patate e legna
Bar
Sport
- bar, edicola, pizzeria
B&B
il Bracconiere - bed & breakfast familiare
Cascina
Sant’Angelo – Az. Agricola e agriturismo familiare - http://www.cascinasangelo.it/
Ghisal
Pan
– panificio e rivendita
Ristorante
la Madonnina con vista lago Località Crezzo - http://www.ristorantelamadonnina.it/
Ristorante San Pietro
– Crotto Barni –
trattoria “come una volta” e gioco bocce
Tabaccheria
Zanardi Debora
– tabaccheria, idee regalo e molto altro
The
best place to visit Como Lake - casa vacanze
COSA
VEDERE NEI DINTORNI – BENVENUTI NEL TRIANGOLO LARIANO
Chiesa di Sant'Alessandro - Lasnigo
Museo
del Ghisallo - Magreglio
Chiesetta
del Ghisallo, Patrona dei ciclisti - Magreglio
Bellagio,
la perla del Lago di Como
Monte
San Primo
Parco
avventura al Piano Rancio http://www.jungleraiderpark.com
A
PROPOSITO DI CULTURABARNI
CulturaBarni è
un'Associazione no profit costituita nell'aprile 2013 da un gruppo di
volontari, dopo l'importante lavoro svolto alla Biblioteca "Annamaria e
Nino Maestroni", da loro stessi avviata e aperta al pubblico.
Forti di questa esperienza il gruppo ha deciso di rafforzare
l'impegno creando un progetto culturale che diventasse punto di incontro e
aggregazione per la promozione di iniziative sul territorio.
Dalla
salvaguardia e conservazione della tradizione locale alla sua divulgazione,
conoscenza e valorizzazione, in sinergia con gli enti pubblici e le altre
associazioni presenti in loco.
Attività
a supporto che si sviluppano in una serie di ambiti, tra cui:
gestione strutture bibliotecarie; promozione archivi
documentali, fotografici, storici e letterari;
eventi culturali, convegni, conferenze, seminari, mostre,
rassegne, concorsi, concerti, lezioni, visite guidate;
partecipazione a eventi similari proposti da altri enti
culturali; promozione di ricerche nel campo della cultura locale;
pubblicazioni attività di aggregazione di persone ed enti
con attività e stessi principi;
ricerca sul territorio, le sue risorse, la loro tutela e
divulgazione;
attività di educazione e formazione su temi storici,
geografici, usanze, tradizioni, arte;
promozione interventi di recupero, restauro,
valorizzazione di monumenti;
testimonianze storiche e architettoniche;
iniziative per valorizzare ambiente e natura;
organizzazione manifestazioni, fiere, escursioni, eventi
sportivi, folkloristici volti a promuovere la comunità e il suo sviluppo;
sensibilizzare la collettività sulla qualità
dell'attività turistica locale;
organizzazione e promozione dell’evento
“El paes de scuprì – Giornata Pedonale”, giunto alla sua 26esima edizione;
collaborazione con la ricercatrice Giulia Caminada per il
progetto “Un paese in posa” e l’ideazione del successivo percorso fotografico.
Associarsi
a CulturaBarni costa solo 10€
NUMERI UTILI PER RAGGIUNGERE BARNI CON TRENORD E BUS
ASF -
Autolinee - Ufficio Relazioni con il pubblico - Tel. 031/247247
TRENORD Contact Center - 02/72494949
Poesia EL mè paees,
Lorenzo
Fioroni (1914-1995)
Tra
'l pian e sül pedagn verd scüür di munt
in
bel gir gh'è ingemà dent el mè paees,
sótt
al Castell, inturnu ai so dóó gees
cul
Lambru che descurr sótt dudes punt
di
temp del Barbarussa ó di Viscunt.
Chì,
in di so praa, tra i bósch e par i scees
se
tröva paas e fiuur in tücc i mees,
strià
lì d'un'alba, in estasi al tramunt,
invaghì
del süssür de 'na surgent.
In
tücc bèi i paees de la mia Valassina,
ugnün
el gh'à un quaicoss de surprendent,
d'antiich
e nööf che liga e se cumbina,
ma
se i brasciassi e fassi fö un gran mücc,
a Barni
ghe vöi ben püssee de tücc.
GRAZIE!
Un sentito ringraziamento
a tutti coloro che ripercorrono con l’Associazione CulturaBarni questo viaggio
a ritroso nella storia e nella tradizione di Barni. A chi condivide, come noi,
la passione per il borgo, gli antichi mestieri, la riscoperta del dialetto
lombardo, la musica, il canto (e i balli) e per tutti i simboli
dell'affascinante cultura contadina. Barni è un luogo d'altri tempi, capace di
unire i suoi abitanti in progetti e fatiche che ne valorizzano il suo
territorio e il suo grande patrimonio. Un immenso grazie dunque alla Regione Lombardia, alla Comunità Montana del Triangolo
Lariano, al Comune di Barni, alla Fondazione Provinciale della Comunità Comasca
Onlus, alla Pro Loco e al Gruppo Alpini di Barni, Associazione Volo Sopra la
Vallassina, alla Rete Italiana di Cultura Popolare e in particolare a
Giulia Caminada, per aver ideato e realizzato il progetto fotografico "Un
paese in posa" e averci portato uno ad uno in piazza per uno scatto
d'autore.
Infine un plauso a tutti
gli organi di stampa, nazionali e locali, che non perdono occasione per dare
ampio risalto a ogni singola nostra iniziativa. Seguiteci sui nostri social:
altri sogni stanno per realizzarsi...
Gruppo Facebook: http://www.facebook.com/groups/604315852921189/
Pagina Twitter: http://twitter.com/culturabarni1
Canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCi0
Instagram: culturabarni
Per maggiori
informazioni:
Francesca
Gilardoni culturabarni@libero.it
Manuela Caminada cell
3336217082 manuela.caminada@gmail.com